mercoledì 31 luglio 2013

Arrampicarsi sugli specchi

Avete mai provato ad arrampicarvi su uno specchio? Ci siete mai riusciti ? Se si sta parlando fisicamente, credo proprio di no,questo perché lo specchio,oltre ad essere una superficie verticale, è anche una superficie liscia che non da possibilità di aggrapparsi.
Da qui deriva il detto "arrampicarsi sugli specchi" che metaforicamente parlando vuol dire che si sta cercando in tutti i modi di uscire da una situazione imbarazzate e/o spiacevole e che chi ti sta intorno ha notato il tuo tentativo. 
In una discussione o simili, arrampicarsi sugli specchi” vuol dire ricorrere agli argomenti più sottili o artificiosi, cercare qualsiasi appiglio per avere ragione o per giustificarsi senza tuttavia riuscirci, così come scivolerebbe chi tenta di arrampicarsi sulla superficie liscia di uno specchio.
Leggere gli articoli sul Tirreno e la Nazione di Oggi in ordine alle dichiarazioni degli Amministratori dei comuni di Suvereto e Campiglia M.MA sul tema della fusione mi ha fatto subito venire in mente il rumore dei polpastrelli delle mani che scivolano sul vetro di una finestra.
Inutile dire che non sono assolutamente d'accordo, inutile dire che sarebbe il caso di valutare meglio tali interventi perché potrebbero aggravare quella ”lacerazione” di cui tanto parlano e di cui ritengo SONO GLI UNICI RESPONSABILI.
Parlare di “disinformazione e paure” ad opera di “tutti quelli che inserendosi a vario titolo e per diversi motivi i quali hanno condotto fin da subito il confronto della diffidenza e della calunnia, hanno alimentato divisione dettate prima di tutto da un malinteso concetto di identità”, non fa certo onore all'istituzione che rappresentano. Coloro che “si sono inseriti a vario titolo” rappresentano la democrazia, il pluralismo, la voglia di vederci chiaro e la partecipazione pubblica al dibattito. Tutti concetti fondamentali nella vita di una comunità.
Capisco che non sono abituati, ma il tempo cambia........
E poi chi è che fa disinformazione? Ancora sto aspettando di leggere le coperture economiche a tutti quei milioni di euro tanto sbandierati nelle pubbliche riunioni e sui quali si forma questo progetto di fusione ancora misterioso. Ho letto infinità di leggi nazionali, regionali, decreti attuativi ma di somme STANZIATE neanche l'ombra. Parole, parole sopra parole ma nessun capito di spesa riempito di denaro. Insomma la solita aria fritta.
Ed anche se ci fossero, questi soldi, nel futuro remoto ........ decidere con un referendum la fine del nostro comune è come vendere la nostra casa, il nostro bene più prezioso, ORA e sperare di incominciare a riscuotere (A RATE) fra ALCUNI ANNI da un soggetto (LO STATO E REGIONE) sul limite del fallimento. E' un investimento che nessun padre di famiglia farebbe mai.

sabato 20 luglio 2013

Chiedersi il Perché conta e parecchio.......

Siamo talmente abituati a considerare l’Italia un paese diverso da tutto il resto del mondo e quasi mai non chiediamo il perché ma solo “il come”. Il perché invece, conta e parecchio …..è la domanda umana essenziale che ci ha sempre contraddistinto dalle altre specie di animali. Il perché è fondamentale perché noi vogliamo capire chi siamo, anche in termini di comunità; Per questo dobbiamo pretendere il cambiamento, pretendere di essere degnamente rappresentati e leggi giuste uguali per tutti.
Ma il sistema non lo vuole questo cambiamento, resiste, cerca di salvaguardarsi e così facendo getta al vento le ultime briciole della nostra democrazia. Ormai la nostra povera Italia è diventata un paese di conquista, dove speculatori senza scrupoli o tiranni di vecchia concessione si possono permettere ogni cosa, anche deportare donne e bambini.
Perché ci hanno raccontato per 50 giorni solo falsità sulla vicenda di Alma Shalabayeva? Perchè è stato permesso a personaggi con i quali non abbiamo alcun accordo internazionale di fare da padroni nel nostro Ministero dell'Interno ed alla Questura di Roma?
Poi, se abbiamo la costanza, il tempo e la voglia di continuare ad informarci, scopriamo delle rivelazioni che ci fanno male ma che possono toglierci qualche perché dalla testa. Dalla documentazione recuperata emerge infatti che non si sarebbe trattato di una “espulsione”, ma di una vera e propria “deportazione” delle due nella patria d'origine, cosa questa che era stata ufficialmente richiesta dalle autorità kazake.
Nelle carte ufficiali, che confermerebbero come sin da subito fosse chiara la reale identità della donna, moglie del dissidente kazako, e che gli stessi kazaki avevano fornito indicazioni precise sui passaporti e chiedevano all’Italia “In caso di accertata permanenza illegale in Italia di Alma Shalabayeva chiediamo alle vostre autorità di deportarla in Kazakistan”
Ci sono poi tanti altri "Perché?" in cui ognuno di noi dovrebbe riflettere e darsi una risposta, una risposta propria..... frutto del proprio ragionamento.
Lo so che tanti pensano che i problemi italiani sono ben altri, che tanti di noi arrivano a malapena al 15 di ogni mese e che tanti imprenditori si suicidano, però chi non crede che tutti questi fatti non siano interconnessi fra di loro commette secondo me un grave errore: la mancanza di democrazia e libertà è il filo conduttore di tutti i nostri guai, da quelli economici alle deportazioni. 
Se avremo il coraggio di ritrovare il fresco profumo della democrazia e della libertà nessun traguardo sarà inarrivabile, ma occorre far presto, il punto di non ritorno è vicino........

mercoledì 17 luglio 2013

Augurarci di tornare ad ieri sarebbe un bel salto in avanti

In origine i Comuni italiani sono nati con l' autonomia amministrativa e la capacità impositiva. In pratica la Comunità a livello locale raccoglieva dai Cittadini le risorse che sono necessarie per il suo mantenimento e le affidava agli amministratori locali.
Poi, per“semplificare”, le tasse sono state in passato divise in due grandi scaglioni: quelle dai Cittadini versate direttamente allo Stato e quelle che le singole Comunità  chiedevano agli stessi Cittadini per le spese di mantenimento della Comunità.
Si è andati avanti così fino al 1971 quando una riforma della legge finanziaria ha rivoluzionato il sistema di riscossione . Infatti,sotto le false spoglie di “semplificazione ed ottimizzazione” si è convenuto ed effettuato l'esproprio della autonomia amministrativa dei comuni . In pratica si è detto (ed è stato fatto): riscuotiamo tutto su base nazionale e poi lo Stato rende ai Comuni una quota degli introiti in base agli abitanti (e altri parametri).
Un metodo di ripartizione che francamente sento di non condividere e che ritengo come una delle concause dei fenomeni negativi avvenuti negli ultimi 25 anni, da “Tangentopoli” alla grande crisi economica di oggi che ha coinvolto la gestione pubblica locale e nazionale.
Gli amministratori locali di quel tempo non furono particolarmente contrari visto che si toglieva loro il compito ingrato di fare gli esattori, di motivare la tassazione verso gli elettori, l'obbligo di bene amministrare, di risparmiare; I Cittadini dei comuni, dal canto loro, non sentivano direttamente gli effetti di una amministrazione incapace o dalla spesa allegra.
Tutto venne spostato a livello politico centrale: bravo amministratore divenne non chi era più oculato e prudente ma quello che riusciva a ottenere di più (e spendere di più).
Da allora Politica nazionale e politica locale diventarono una questione di rapporti e mutui scambi di interessi e favori (ti porto i voti se mi finanzi la strada; se mi fai la leggina che mi fa avere maggiori risorse,ecc.).
L'amministratore locale non rispondeva più direttamente ai Cittadini, alla Comunità che lo aveva eletto; da questa doveva solo RACCOGLIERE VOTI FACENDO PROMESSE. 
E così avanti a spendere....viene meno, diventa molto meno importante, l'esigenza di bene amministrare (i Cittadini non collegano le tasse che pagano con le spese di chi amministra la Comunità).
In questa situazione,meno i Cittadini sono informati, meno partecipano alla vita della Comunità, più liberi di decidere e spendere sono coloro che hanno i comandi e gestiscono la cassa comune.
Non è questione di destra o sinistra; oggi il sistema è così. Così non va bene.
Questa è la situazione fino ad oggi; chi ci amministra forse è incolpevole(forse si ritene più intelligente degli altri....forse ci ritiene troppo ignoranti.....forse....?), ma è parte di un sistema che è interessato a mantenersi in vita ed a non riformarsi.
Tornare alla situazione precedente renderebbe la amministrazione trasparente; il sindaco dovrebbe rispondere direttamente di ogni spesa piccola o grande; per avere maggiori risorse le dovrebbe chiedere con nuove tasse ai Cittadini. Per avere il consenso dovrebbe essere davvero capace e onesto, altrimenti i Cittadini lo cambiano. In questo modo l'amministratore subirebbe meno le influenze delle segreterie/federazioni di partito e di più quelle dei propri cittadini.

Tornare a questa situazione vorrebbe dire anche abbandonare l'assurdo “Patto di Furberia” o di Stabilità che riversa sui comuni meglio amministrati , soprattutto quelli più piccoli, i fallimenti della politica nazionale.
Da solo questo sistema sarà difficile che si auto-riformi, perché questo succeda i Cittadini devono riprendere in mano la loro Comunità, affidandosi e fidando in persone che questo sistema vogliono riformare, che pretendono l'applicazione della autonomia amministrativa oggi sancita dalla Costituzione.
Si deve tornare ad una Comunità autonoma ove i Cittadini gestiscono direttamente i loro soldi; ove la maggior parte delle tasse le devono approvare loro e decidere quindi degli investimenti e delle spese.
Andiamo avanti....un pochino alla volta..... per il momento NO ALLA FUSIONE DEL COMUNE DI SUVERETO (LI)!!!

sabato 13 luglio 2013

"Patto di Stupidità" o "Patto di Furberia"?

Quasi tutti i giorni si sente parlare di questo assurdo patto di stabilità ed in quasi tutti i dibattiti in corso nel nostro comune (Suvereto LI) viene addirittura etichettato come il “Patto di Stupidità”, per ultimo, tale appellativo è stato pronunciato proprio dal nostro Sindaco in occasione del dibattito la sera del 11.07 al parco degli ulivi.
Io penso che se uno ha la possibilità, il tempo e la voglia di informarsi sulla materia, scoprirà che di “stupidità” ce n'è ben poca e che anzi, trattasi di una “furbata geniale” architettata proprio ai danni dei comuni più virtuosi, che sovente sono proprio quelli più piccoli.
In parole povere e semplici il patto di stabilità (io lo chiamerei “patto di furberia”) fa si che i nostri comuni devono provvedere, unitamente allo stato italiano, a sanare il deficit pubblico al fine di rispettare gli accordi europei sottoscritti dagli stati membri dell’Unione Europea. La "Furberia" sta nel fatto appunto che lo stato italiano ne riversa i costi e i sacrifici quasi totalmente sui comuni virtuosi, senza provvedere ai dovuti tagli alla spesa pubblica ed ai costi della casta politica.
Ora però scendiamo un po' più nel particolare ed affrontiamo la problematica in maniera più approfondita.
Il Patto di Stabilità è stato pensato dall’Unione Europea per tenere sotto controllo i conti pubblici degli Stati appartenenti all’area Euro, con l’obiettivo di ridurre i deficit e i debiti accumulati negli anni e risanare così le finanze pubbliche. L’Europa ha posto degli obiettivi; come raggiungerli è una scelta che compete ai singoli Stati.
Quando si parla di conti pubblici non ci si riferisce solo a quelli degli Stati centrali, ma sono compresi anche quelli degli enti territoriali (Regioni, Province, Comuni, ecc.). Per questo il Patto di Stabilità produce effetti devastanti soprattutto per questi enti.
Come al solito in Italia è stato impostato in maniera abbastanza diversa dal resto d'Europa (…..ma chissà perchè!) e gli ultimi tre governi che si sono avvicendati hanno sempre di più peggiorato l'applicazione a discapito dei soliti soggetti.


Se guardate questi due semplici video è facile capire come funziona il patto di stabilità per un comune.
Mi direte poi ..... ma  che senso ha una cosa del genere.....se sono soldi dei comuni, perchè non possono essere spesi l'anno successivo? E così via, se ne possono fare decine di domande, ma la risposta è una sola: Lo Stato Centrale non ha avuto la forza, la determinazione e la volontà politica di riformarsi ed ha preteso quasi tutto il sacrificio ai suoi cittadini, sia in termini di maggiori tassazioni, sia in termini di minori servizi, dalla scuola alla sanità.


Inutile dire che le conseguenze, oltre che essere disastrose per i cittadini, sono state e lo sono tuttora devastanti per tutti quei soggetti che hanno svolto lavori o servizi per i comuni o per gli altri enti territoriali, tanti dei quali, in conseguenza di questo, hanno dovuto chiudere la propria attività.
Negli ultimi anni sono stati molti i sindaci che hanno minacciato di non rispettare il vincolo del patto di stabilità, anche noti personaggi hanno manifestato nelle vie di Milano ma i risultati ancora non si sono visti e si continua con questo vincolo  al fine di compensare il deficit dello Stato centrale con i surplus imposti ai Comuni (che hanno i soldi, ma non possono spenderli e quindi creano degli avanzi…) così da rispettare il Patto Europeo. Così i conti tornano, ma solo dal punto di vista contabile, perché nella realtà il deficit dello Stato centrale resta intatto mentre i  comuni che magari  hanno bene amministrato, rischiano di compromettere la qualità dei servizi e la possibilità di fare investimenti (cosa grave, in particolare in un momento di crisi come quello attuale) e in alcune circostante si vedono costretti ad appoggiare assurde iniziative di FUSIONE, non ammettendo la realtà dei fatti e disinformando i cittadini.
Quindi, se non riformiamo seriamente il nostro stato centrale, non facciamo abolire TUTTE le spese superflue, non dimezziamo i costi della Casta Politica e non facciamo UNA SERIA lotta all'evasione fiscale ed alla corruzione, come è possibile pretendere un cambiamento della normativa?
Ma i nostri Sindaci ne sono al corrente o NO?
Eppure nel 92% dei comuni italiani governano gli stessi partiti che rappresentano l'attuale maggioranza del governo italiano e sono gli stessi che l'anno scorso, durante il Governo Monti hanno approvato il trasferimento (la rapina) dei soldi rimasti nelle casse dei comuni alla tesoreria statale.
Nella mia ricerca in ambito nazionale ho trovato comunque amministrazioni comunali che oltre ad essere ben amministrate hanno imparato a convivere con “la furberia” e, di conseguenza, tutelato maggiormente i propri cittadini. Non ci vuole tanto, solo un pò di "furberia"........

Concludo con un quesito, sperando che altri mi aiutano a risolverlo, visto che io non sono riuscito ad ottenere risposta certa: in questi ultimi 6 mesi si è fatto un gran parlare dello sblocco del patto di stabilità per pagare tutte le ditte che vantano un debito con la pubblica amministrazione (stimato in almeno 120 miliardi di euro). Un gran parlare perché si è fatto quello e basta, i debitori ancora non hanno visto 1 Euro, però la mia considerazione è un'altra: sulla stampa e sui media si fa troppo poca attenzione a come queste spese saranno e dovranno essere finanziate, cioè con l’emissione di buoni del tesoro o un prestito dalla Cassa Depositi e Prestiti (Poste Italiane). Ma se si devono emettere buoni del tesoro o ricevere prestiti significa che le casse sono vuote, ed è questo il punto più preoccupante per i cittadini dei Comuni non indebitati.......ovvero dove sono finiti i nostri soldi?
In teoria però i soldi sono ancora lì, nei forzieri della banca centrale. O almeno dovrebbero essere ancora lì, ma il fatto che si preveda di emettere del debito per finanziare i pagamenti potrebbe puntare ad un’altra amara verità.........o no?